Covid-19 e durata degli anticorpi: Dopo quanto ci si può riammalare?
Le informazioni sull'immunità che il Covid-19 lascerebbe dopo esserne stati contagiati sono ancora, a distanza di mesi, molto poche.
Dalla convinzione iniziale secondo cui sarebbe stato impossibile riammalarsi dopo aver contratto per la prima volta l'infezione, si è passati a credere che sia possibile prendere il Covid-19 anche diverse volte.
Uno studio dell'Imperial Colllege di Londra parla proprio degli anticorpi e dimostra la loro inefficacia a lungo termine.
Covid: lo studio sulla durata degli anticorpi dopo la malattia
Lo studio REACT, organizzato dall'Imperial College di Londra, ha dimostrato la risposta anticorpale diminuisce nel tempo e che di conseguenza è possibile contrarre l'infezione anche una seconda volta. L'autore dello studio, il professor Paul Elliott, ha sottolineato che, pur avendo riscontrato questa riduzione, non è chiaro quanto duri questa immunità né se gli anticorpi siano in grado di conferirla.
La ricerca è stata svolta su oltre 365.000 persone in Inghilterra, attraverso un test di ricerca anticorpale con la puntura sul dito.
Tra il 20 giugno e il 28 settembre, periodo dello studio, gli anticorpi delle persone esaminate si sono ridotti del 26,50%. Helen Warb, dell'Imperial College di Londra, ha specificato che sebbene sia evidente che la risposta anticorpale si riduca nel tempo, non è ancora chiaro se dunque i pazienti possano essere esposti ad una nuova reinfezione.
Gli anticorpi diminuiscono di più negli over 75
Nello studio, la diminuzione degli anticorpi è stata registrata in tutte le fasce della popolazione e in tutte le fasce di età, con alcune eccezioni. Infatti la tendenza al ribasso è stata maggiore nei pazienti con un'età pari o superiore ai 75 anni.
Se la diminuzione degli anticorpi significasse una maggiore probabilità di riammalarsi, la fascia più a rischio per gravi conseguenze di salute sarebbe anche la più esposta.
Per gli operatori sanitari, invece, il numero di anticorpi è calato con maggiore lentezza. Questo potrebbe voler dire che tali persone sono state esposte al Covid-19 con una frequenza superiore rispetto agli altri.
Inoltre, le persone che avevano già contratto la malattia ma in modo asintomatico, sviluppano meno anticorpi e di conseguenza la possibilità di contagiarsi nuovamente è alta. Questo studio quindi getta numerose ombre non soltanto sulla risposta anticorpale, ma anche sul vaccino, che per essere ottimale dovrebbe dimostrarsi più immunogeno del virus stesso.